L'autenticità spontanea di Jean-Jacques Marie. Versione italiana

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Una presentazione di scrittura astratta di Jean-Jacques Marie.

L'artista ci invita nel suo laboratorio a farci scoprire ciò che caratterizza: un gesto spontaneo, emozioni di traduzione.

Per la prima volta, ha affidato la sua fase creativa mentalità.

 

Testo del video :

"Non sono che lo strumento, tra lo spirito e la materia, importa solo quel che faccio."

 

Delle linee, delle curve, delle macchie... Un pennello libero da ogni costrizione... Un gesto spontaneo e sincero... Questi gli ingredienti della scrittura astratta di Jean-Jacques Marie.

 

"Per me, la sincerità è garanzia d'authenticità nell'espressione personale. "

 

Jean-Jacques Marie dedica una parte importante all'improvvisazione e coltiva l'istantaneità del gesto pittoreo per dare soffio ed emozione alle sue creazioni. La composizione è sempre di più una pulsione piuttosto che il risultato di una riflessione, l'indispensabile essendo la conservazione della sincerità e dell'autenticità.

Esplorando le linee e le macchie, Jean-Jacques Marie cerca di tradurre le sue emozioni intime e i suoi stati d'animo, qualsiasi essi siano. Questo spiega la grande diversità delle sue creazioni.

 

"Prima d'iniziare un'opera, mi connetto ai miei sensi, al mio stato emozionale; cio' mi permette di ascendere, nell'esercizio della conoscenza di sé stessi. Cio' dà un'altra dimensione ad ogni creazione.

Non faccio della calligrafia e non interpreto alcuna immagine del mondo reale. Le mie opere non hanno titolo, sono delle compositioni. Come dare un titolo alla spiritualità ? Lo spettatore puo' meditare, porsi delle domande e trovare l'arte che va a toccarlo più profondamente."

 

Questa attrazione per l'astratto è molto recente e nasce da un cambiamento d'orientazione tanto brutale quanto capitale. 

Nato nella regione parigina, in ambiente modesto, Jan-Jacques Marie s'interessa presto all'arte in tutte le sue forme. Giovanissimo, frequenta assiduamente musei e gallerie all'insaputa dei suoi genitori. Solamente intorno ai quarant'anni (40) puo' consacrare la sua vita alla pittura.

Soggiogato dalla luce che esplode dai colori, studia le miscele attiche attraverso les diverse correnti artistiche e si realizza in una scrittura poetica. Privilegia già da allora l'espressione e la transmissione delle emozioni piuttosto che il realismo.

 

"In un primo tempo mi sono interessato alla pittura figurativa che è l'interpretazione di un soggetto. Certo, bisogna aver appreso le basi tecniche fondamentali: le concezioni, i colori le complementari etc..

Questo mi ha messo subito sul percorso della luce piuttosto che su quello del soggetto. Ero attratto dalle miscele ottiche, dalla legge del contrasto simultaneo dei colori del fisico Chevreul. Ho lavorato su questo tema durante molti anni.

Poi la mia attrazione, direi il mio amore per l'inchiostro cinese si rivela parallelamente e mi fa scoprire la calligrafia asiatica d'avanguardia. Mi sentivo ammaliato, trasportato nella quarta dimensione. E' stata una Rivelazione !"

 

Si è prodotto allora un cambiamento a centotanta gradi (180°) che si esprime ormai pienamente e senza limiti nell'astratto.

 

"Non ignorate, senza alcun dubbio, che Marcel Duchamp non amava molto l'astratto poichè secondo lui l'interesse era puramente retinale. Ne ho concluso che le mie opere sono retinali per lo spettatore. Ma, come un "Ready made", le opere gli permettono di far lavorare lo spirito e scoprire l'arte là dove non l'aveva vista a primo acchitto."

 

Il suo lavoro è ritmato da variazioni dall'esecuzione sorprendente, reflessi del suo umore e da spinte interiori. Si scoprono cosi' creazioni potenti, quasi aggressive o, al contrario, molto dolci, musicali, leggere e vaporee.

 

Alcune realizzazioni molto strutturate racchiudono delle linee direttrici, una sorta di ricetta segreta che spinge lo spettatore ad entrare nella composizione e successivamente a perdersi in prospettive a volte improbabili. Altre, non sono che forme informali e macchie improvvisate che incitano alla divagazione e all'evasione.

Tutte le opere di Jean-Jacques Marie nascono secondo un medesimo processo psichico che richiama la memoria procedurale e la scrittura spontanea, sostenute da un'intesa e preventiva preparazione.

 

"Adoro lavorare su carta, adoro lavorare sul legno perchè si tratta di supporti rigidi.

La mia maniera di procedere comporta due fasi di realizzazione. Innanzitutto, fabbrico i miei telai, poi, i miei fondi che lavoro enormemente per avere la risonanza che mi conviene. La seconda fase è quella della spiritualità, cioè effettivamente l'Opera stessa.

Utilizzo l'acrilico o l'inchiostro cinese a volte con la tintura di mallo di noce. Il nero è un colore che prediligo particolarmente come Soulage, Marfaing, Kline, Verdier, Motherwell etc..."

 

Jean-Jacques Marie rivendica una filiazione classica, la gestualità spontanea, la sincerita dell'espressione che dominano la sua opera. Il suo percorso atipico e la sua importante produzione ne fanno un artista al margine delle attuali tendenze del mondo dell'arte.